23 Luglio 2023
Body Positivity: cos’è, da dove nasce e perché è importante
Cosa significa body positivity? Significa mettere via le lenti del giudizio implacabile con cui ci guardiamo tutto il giorno, tutti i giorni, e imparare ad accettarsi, valorizzarsi e amare il proprio corpo.
La body positivity vuole abbattere gli stereotipi e le convenzioni sociali per cui se il proprio corpo non è fatto in un certo modo, allora si è automaticamente sbagliati. La body positivity è un approccio più realistico e umano al proprio corpo, in barba a tutte le culture delle diete estreme, alla follia trascinante del beach body, alle discriminazioni come la grassofobia.
Che cos’è la body positivity?
La body positivity è un movimento sociale che combatte per rivoluzionare e accomodare il significato della parola “normale” quando ci si riferisce a un corpo. Si arma di tutti gli strumenti razionali e maturi che la società ci può fornire, informando, per contrastare il body shaming. Promuove l’accettazione del proprio aspetto fisico, indipendentemente da quale forma abbia, quale sia la taglia, di che colore sia e quale sia il suo genere.
La body positivity è un approccio inclusivo al corpo umano, maschile e femminile, che si concentra non tanto sulla bellezza assoluta come canone univoco, unico, che tutti dobbiamo raggiungere. Si concentra piuttosto sulla salute del corpo stesso.
Il termine è nato tra il 2010 e il 2011 in via non ufficiale, ed è stato coniato e poi diffuso da un movimento social di donne che, considerate oversize, si sono sempre sentite tagliate fuori dagli standard di bellezza. Da questo punto di partenza si è poi evoluto per assumere un significato di più larghe vedute, e più inclusivo, per comunicare alle giovani generazioni (e tutte quelle che hanno voglia di ascoltare) che non esiste un concetto assoluto di corpo “normale”, e dunque un unico tipo di corpo socialmente accettabile.
Un grido di ribellione nei confronti della parola “normale” che divide, separa, segrega, fa sentire brutti e inadatti. Le donne e gli uomini di tutto il mondo si sono stancati di sentirsi dire come doveva essere fatto il loro corpo, come vestirlo, come rasarlo, come nasconderlo.
A dare forza a questo movimento, di certo, è stato il costante incremento negli ultimi anni dell’uso dei social media come Instagram e TikTok, ma anche Facebook. Qui non solo i brand promuovono i loro prodotti su modelle filiformi che stabiliscono un canone di bellezza per molte donne irraggiungibile, come accadeva in TV e sulle riviste. Ci si mettono anche gli amici, i conoscenti, le foto scattate a regola d’arte, i ritocchini innocenti. Un vizietto che col passare del tempo può portare a due reazioni: il lavaggio del cervello che ti convince di non essere mai abbastanza, indipendentemente dalla dieta che fai, dalle ore in palestra, dai morsi della fame che sopporti. E l’altra reazione: il rifiuto totale di farsi dire come dobbiamo essere fatte per piacere al mondo.
“Every body is beach-ready” (tutti i corpi sono beach body)
Parliamo della prova costume. Bastano queste due parole per dare l’urto della nausea alla maggior parte delle persone. Ansia da prestazione, vergogna. Quante volte hai scelto un costume intero o hai tenuto la maglietta in spiaggia per il terrore che si vedesse la pancia? Quante volte ti sei giudicata come ti giudicherebbe il tuo peggior nemico, e forse nemmeno lei/lui, in una giornata di luna storta?
Attraverso il movimento, la beach body positivity ti spiega come superare davvero la prova costume. Cercheremo di riassumere questa complessa procedura sfruttando le nostre evolutissime doti di sintesi:
- Scegli un costume che ti piace
- Vai in spiaggia e divertiti
Strano, vero? Ci si aspetterebbe tutta una parte sulla dieta, sulla palestra, sulle rinunce. La body positivity punta a fornirti gli strumenti per amarti, guardarti con gli occhi indulgenti di chi di ama, e amare il corpo delle donne che sono accanto a te. Amarlo nella loro perfetta imperfezione. Molliamo i preconcetti sul pelo superfluo, sulla cellulite, sul rotolino dell’amore: apriamo le porte a chi siamo davvero, provando a migliorarci senza per forza doverne fare un’ossessione.
Siamo circondati da una diet culture per cui ogni cosa che mangiamo dobbiamo processarla due volte: prima attraverso l’apparato digerente e poi attraverso l’abissale senso di colpa. E per quanto radicata sia diventata la paura di ingrassare nella mente delle persone, la fatphobia è una discriminazione da disinnescare fornendo un significato davvero inclusivo alla parola bellezza.