16 Giugno 2023

Storia del bidet: chi lo ha inventato e in quali paesi si usa

Per noi italiani è parte integrante dell’arredamento di ogni stanza da bagno, mentre all’estero c’è addirittura qualcuno che non sa proprio cosa sia e come usarlo. Il bidet in Italia è fondamentale per le nostre abitudini di igiene e tutti restiamo un po’ basiti quando nelle toilette estere non lo troviamo.

Eppure, non si tratta di un’invenzione Made in Italy e la storia di questo strumento dimostra quanto un oggetto possa avere fortuna o meno a seconda di come viene interpretato e accolto dalla popolazione in cui si diffonde.

Chi ha inventato il bidet e come si è evoluto questo strumento che oggi ci sembra così indispensabile?

Come nasce il bidet

Il primo bidet lo possiamo trovare in Francia tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. Il suo nome in francese significa “piccolo cavallo” o “pony”, un nome che richiama la tipica posizione che si assume utilizzandolo.

Il presunto inventore di questo oggetto per noi fondamentale pare essere Christophe Des Rosiers, che nei primi anni del ‘700 ne installa una prima rudimentale versione nella residenza di Giovanna Agnese Berthelot de Pléneuf, anche conosciuta come Madame de Prie e influente amante di Luigi-Enrico di Borbone-Condé, Primo Ministro francese di Luigi XV. Fu proprio il Ministro a raccontare nelle sue cronache di essere stato ricevuto dalla sua signora mentre era a cavallo di un curioso “sgabellino a forma di violino”.

Sull’onda dell’entusiasmo vennero installati diversi bidet nelle case dell’aristocrazia francese, ma complici la poca attenzione all’igiene personale dell’epoca e le credenze religiose che rendevano un tabù il lavaggio dei genitali, quest’invenzione rivoluzionaria resta confinata all’uso di pochi lungimiranti.

A sfruttarne i vantaggi restano anche le prostitute francesi, che iniziano a utilizzarlo all’interno dei bordelli, migliorando nettamente il livello igienico dei luoghi.

Come arriva in Italia il bidet? Sempre nel ‘700, è Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, a volerne uno nella sua stanza da bagno proprio nella spettacolare Reggia di Caserta. L’attenzione all’igiene della famiglia Borbone è particolarmente moderna e avanzata per quei tempi: la regina fa installare un bidet in metallo appoggiato a una struttura in legno accanto al suo wc, al lavandino e alla vasca, ricreando praticamente quello che oggi è il tipico spazio interno di una toilette come siamo abituati a intenderla.

Da questo primo bidet della storia d’Italia molti altri nobili prendono spunto, seguiti poi anche dalle fasce di popolazione meno abbienti. Il passo è breve perché l’usanza si consolidi e diventi abitudine quotidiana nel nostro paese, soprattutto dal XX secolo in poi.

E nel resto del mondo invece cosa succede?

Quali sono i paesi che usano il bidet?

All’estero il bidet è molto meno usato che in Italia. In Francia, la sua patria d’origine, il bidet si trova ancora in molte case, ma soprattutto in quelle più vecchie: a partire dagli anni ‘70/’80 i bagni vengono costruiti senza bidet per risparmiare spazio e oggi questo sanitario è presente in meno del 40% delle abitazioni.

In Portogallo la situazione non va male, poiché è il paese che vanta la più alta diffusione del bidet dopo l’Italia e spesso si trova questo oggetto anche nelle toilette spagnole e greche. Grazie agli intensi flussi migratori verso il Sud America il bidet è abbastanza utilizzato anche nelle case private di paesi come Cile, Argentina, Brasile e Paraguay.

Quali invece i paesi che non usano il bidet? In America e in Canada il bidet è praticamente inesistente e su questo risultato può avere influito l’associazione che gli americani, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno fatto tra il bidet e l’uso che ne facevano le prostitute francesi. Se decidi di viaggiare verso il nord Europa allo stesso modo potresti avere molte difficoltà a trovare un bidet nella tua stanza da bagno e lo stesso vale per Germania, Regno Unito e molti paesi dell’est europeo.

Il richiamo del fascino Made in Italy sta però aprendo le porte del bidet anche a nuovi mercati, attratti dai più innovativi design e dai progetti degli interior designer italiani di fama internazionale. L’invenzione comunque, sorprendentemente, stenta ancora a prendere piede!

In Giappone invece, paese notoriamente ipertecnologico, hanno un’originale alternativa al bidet: si tratta del washlet, ossia un sanitario che combina le funzionalità del WC e del bidet, offrendo la possibilità di lavare e asciugare con getti d’acqua e aria calda le parti intime, restando comodamente seduti sulla tazza.

Come sopravvivere all’estero senza bidet?

Abituati a sfruttare i vantaggi del bidet, noi italiani andiamo letteralmente in panico quando non troviamo questo oggetto negli hotel o negli appartamenti all’estero. Ma ci sono molti modi in realtà per “sopravvivere” in bagno anche senza questa invenzione, pur trattandosi di soluzioni sicuramente più scomode.

Una delle strategie consiste nell’eseguire un’accurata pulizia con la normale carta igienica e portare sempre con sé delle salviettine umidificate, realizzate appositamente per l’uso genitale e rispettose degli equilibri di questa delicata zona del corpo. Con l’impiego di salviettine intime di buona qualità si può ovviare all’assenza di bidet garantendo comunque all’area intima una buona pulizia e un’igiene soddisfacente.

In alternativa, è possibile farsi il bidet all’interno della doccia o della vasca: una “mezza doccia” consente infatti di ottenere una perfetta pulizia delle zone intime.

Tutti metodi che però risultano enormemente più macchinosi di quello che ci regala il nostro amato bidet!

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